Tedeschi italianizzati e italiani tedeschizzati, almeno nei prosit. Sembra impossibile, a vedere la cancelliera Angela Merkel che beve boccali di birra in campagna elettorale. O l'ex premier Mario Monti che degusta vino in raffinati calici, ai vertici bilaterali.
Eppure i dati sui consumi di 'bionde' in Germania non mentono.
In calo da anni, nel 2012 le vendite hanno toccato il minimo storico dalla riunificazione del 1990: circa 96,5 milioni di ettolitri di birra, tra quelle sorseggiate nei locali e quelle comperate nei negozi. Due milioni in meno dell'anno precedente (-1,8%), secondo l'Ufficio federale di statistica. Apice di un trend negativo iniziato dal 2006.
BIONDA IN CADUTA LIBERA. La Lega dei birrai tedeschi (Deutscher brauer bund, Dbb) ha accampato la scusa dell'estate particolarmente fredda del 2012, che avrebbe disincentivato l'abitudine del Bier trinken, nei gazebo e nei parchi tedeschi.
In realtà, le vendite di birre autoctone sono in calo da oltre 30 anni e la data della riunificazione è solo un comodo spartiacque, citato in tutte le statistiche. Prendendo come riferimento il consumo medio per abitante, dagli Anni 70 a oggi la quantità di birra bevuta risulta scesa da 141 litri annui a poco più di 107 litri pro capite.
PIÙ VINO, MENO BIRRA. La differenza la fanno le nuove generazioni, che vedono molto più salutare e cool bere vino e prosecco. Neanche la Baviera, terra dell'Oktoberfest, fa eccezione al declino. Anche se, con il Nord Reno-Vestfalia, resta comunque il Land dai maggiori incassi da birra.
Al contrario, il consumo di vino e spumanti, salito a 24 litri annui a testa, è in crescita costante in Germania: dal 2005 ha messo a segno un +7,5%.
BOOM DEL VINO IN GERMANIA E DELLA BIRRA IN ITALIA
Certo, la patria del Chianti non ha ancora nulla da invidiare alla pur popolosa e bevitrice Germania.
Con circa 40 litri procapite di vino annui, secondo i dati di Assoenologi, l'Italia resta leader europea, dopo la Francia (45,4 litri pro capite), per consumo di nettare di Bacco. Tuttavia, osservati in prospettiva gli indici sono sconfortanti.
Complici i prezzi delle annate pregiate, dagli Anni 70, quando nel Belpaese si bevevano sui 120 litri a testa, a oggi il consumo individuale di vino e spumanti si è più che dimezzato. Anche in Spagna, dal 1980 al 2010, la passione per il vino è scesa da 50 a 18 litri per persona all’anno.
Non è, in compenso, calato l'export di bianchi e rossi italiani. Che nel 2011 ha sforato il record di 4 miliardi di euro, toccando i 4,4 miliardi (+9% rispetto al 2010) e sorpassando la Francia per vendite all'estero.
VINI, BOOM DI EXPORT. Il vino italiano è il più bevuto al mondo e i Paesi dove si stappano più bottiglie made in Italy sono, nell'ordine di acquisti, Stati Uniti e Germania, per oltre 900 milioni di euro. Per quantità effettiva di vini importati dall'Italia, i tedeschi - a dimostrazione che amano trattarsi bene - sono addirittura i capofila, con 716 mila di ettolitri nel 2011, seguiti da inglesi e americani.
Come in un mondo capovolto, in Italia crescono invece i consumi e la produzione della più economica birra. Soprattutto tra le nuove generazioni.
L'EXPLOIT DELLA BIRRA. Secondo gli ultimi dati di Assobirra, nel 2011 le vendite di bionde nel Belpaese sono salite a 29 litri pro capite. I connazionali sono ancora tra i fanalini di coda in Europa, ma in rialzo progressivo, a un ritmo dell'1,5% di anno in anno. Dati positivi non solo per le bevute nei locali.
I mastri birrai italiani esportano alla grande le loro specialità artigianali (13,4 milioni di ettolitri, +4,7% rispetto al 2010), per lo più in Gran Bretagna. Il settore - tra microbirrifici e impianti produttivi industriali - in Italia è terzo in Europa e dà lavoro a oltre 4.500 persone. Tante quante in Austria o Danimarca. E non molte di più dei 5.600 impiegati del Belgio.
Quindi, dia retta ai trend, Frau Merkel, piuttosto che ai cliché. E brindi con i calici di vino, come fanno il suo sfidante Peer Steinbrück o Monti. Oppure si trasferisca in Italia e porti a Monaco il Professore.
Fonte: lettera43.it